"In un ricordo"... l'amore eterno

02.10.2023

《Forse sono arrivata nel momento sbagliato - disse Jeanne presentandosi ad Anna e stringendole la mano per la prima volta 《Giuseppe dov'è? Come mai non è qui ad aspettarmi?》. Sul suo volto l'accenno di un sorriso. Il perfetto equilibrio tra stupore e smarrimento. 《Ti preparo qualcosa di caldo》 - Anna, non riuscì a dire altro. In fondo al corridoio, una luce tagliente veniva fuori dalla stanza. Entrando, ogni cosa era ancora come l'aveva lasciata lui. Il letto disfatto, le scarpe da tennis ammassate in un angolo e, accanto ad una scrivania sommersa da pile e pile di libri, una vecchia chitarra che, ahimè, aveva smesso di suonare da tempo. Come nella Pirandelliana "La vita che ti diedi", l'amore materno, l'amore di Donn' Anna, può nutrirsi anche soltanto del ricordo, per diventare eterno, per tentare in tutti i modi di non rimanere imprigionato nella realtà di una morte che non si vuole, che non si puo' accettare. Ma Jeanne non lo sa. Jeanne non lo deve sapere. Sorride. Balla . Ed è così che l'ostinata ricerca di un improbabile paracadute per atterrare senza schiantarsi al suolo, genera la follia, la pura e sana follia di chi a quel ricordo non può far altro che attaccarsi con tutte le sue forze per rimanere in piedi, per non andare giù a fondo, di botto, senza appigli. In un ricordo si nasconde la certezza dell'esistenza, la consapevolezza di ciò che è stato e non tornerà più, mai più. Un ricordo è una cicatrice nella memoria, è lì, dentro di noi e ci resterà per sempre. Un segno indelebile che ancora brucia al buio, di notte, quando si spengono le luci e ci si ritrova a fare i conti con un passato che proprio non ne vuole sapere di lasciarci la mano. Un ricordo è il dolore che prende forma, è un sorriso che torna a splendere. È sale sulla ferita. È antidoto contro la malinconia. Un ricordo è tutto ed il contrario di tutto. Niente di più, niente di meno. 《Giuseppe, dove sei? Sono la mamma. È quasi giorno, fuori piove a dirotto. È successo qualcosa?》. Un abbraccio con Jeanne, forse l'ultimo. Poi, il silenzio...ed una lunga, lunga attesa che, forse, non finirà mai.

Fabio Amazzini