"Resistere...per esistere"

15.11.2023

Un vecchio giradischi continuava a suonare, all'infinito, la stessa canzone. "Somewhere / over the rainbow / way up high / and the Dreams that you dream of / dreams really do come true" E non ne avevamo mai abbastanza. Impossibile resistere a tanta bellezza. Impossibile dire basta. Perché, proprio nell'attimo in cui la musica stava per finire, era come se qualcosa, pian piano, iniziasse a volare via, lontano dai nostri occhi, per sempre, portando con sé tutta la magia di quel momento, unico, irripetibile, che neanche la più bella delle fotografie avrebbe potuto immortalare. - " E' così anche per te? " - mi disse Fulvia abbassando gli occhi e smarrendo pian piano lo sguardo fuori dalla finestra. " Io non voglio diventare triste. Non dire niente. Non mi rispondere. Voglio che mi lasci sola...adesso. "Ci incontreremo?" - replicai con decisione - " Chissà. Tra una settimana...forse" - disse lei. E, sulla porta, la salutai con quel sorriso amaro di chi già sapeva non l'avrebbe più rivista. " A volte una settimana è lunga un secolo..." Andai via. Nel buio assordante di una notte senza stelle, una deflagrazione ferì il cielo nero. Ricordo le urla strazianti, il dolore, la paura, il freddo...il niente. La guerra era lì, pronta a rubarci l'anima. E il giradischi aveva ormai smesso di suonare da un po'.

"Resisterò" - mi dicevo. "Non posso far altro che resistere. Resistere ed insistere. Resistere... per esistere". Ed erano i ricordi a tenermi compagnia. Fulvia ed io parlavamo per ore, in tutte le lingue. "Come inizierai la tua prossima lettera? Perché ci saranno ancora lettere, vero?" - mi chiese una volta sfiorandomi il viso come una lacrima -. "Ormai non ne possiamo più fare a meno. Io di scriverne, tu di riceverne. Tu di scriverne, io di riceverne" - replicai. E lei sorrideva. Sorrideva alla mia ironia… ma sentivo che era felice e questo mi bastava. Io e lei sembravamo fatti l'uno per altro, pur non essendo stati, mai, l'uno accanto all'altro. Avevamo imparato a conoscerci raccontandoci ogni giorno attraverso fiumi di inchiostro che avrebbero annoiato anche il più appassionato dei lettori. Avevamo capito che dietro ogni attesa si nascondeva lo straordinario gusto di ritrovarsi. E avremmo fatto di tutto, ma proprio tutto, per non perderci più.

Ed ora che le bombe ed i colpi di fucile affollano la mia mente come un triste ricordo lontano, sono qui, disteso sull'erba a guardare le stelle, nell'attesa che l'alba dia il via ad un nuovo giorno e... sorrido anch'io all'idea che "...da qualche parte, oltre l'arcobaleno, proprio lassù, i sogni che si fanno possano, diventare, davvero, realtà"...all'improvviso. E mi bastano poche note...per sentirmi vivo...e tornare a/ad (R)esistere.

Fabio Amazzini