"Scegliere"

03.07.2023

Scegliere...per sentirsi liberi di intraprendere la strada giusta o, perchè no, quella sbagliata. Scegliere di restare fermi, avvolti nel nido delle proprie sicurezze o di lanciarsi nel vuoto senza alcun paracadute. Scegliere di spegnere un dolore per accendere una speranza, scegliere una donna, un uomo. Scegliere di ballare da soli e sorridere della propria vita o abbracciare qualcuno piangendo per non averlo fatto prima. Quanto piacere da' "scegliere". Ti fa sentire padrone del tuo destino e, al tempo stesso, schiavo del tuo stesso desiderio: posso essere ciò che voglio, voglio essere ciò che sono. Mi viene in mente Baricco, il chiodo che litiga con il quadro e che, senza alcun apparente valido motivo, decide di farlo cadere. Il chiodo, quello stesso oggetto nato per sostenere che ad un certo punto della sua esistenza sceglie di andare contro la natura delle cose. Come quando ti svegli un mattino e scopri che non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi: "io devo andarmene da qui". Che senso di leggerezza. Posso scegliere, sono libero di farlo. Posso cambiare, posso diventare, posso restare. Lo avrà pensato Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, quando, al terzo gradino della Virginian, con tutta la sua vita tra le mani e, con "gli occhi nel cielo, puntati sul futuro", preferisce tornare alla sola casa che conosce: il mare. Vuole il suo pianoforte, la sua musica, quella totale e disinteressata dedizione alla bellezza, quell'indispensabile abbandono alla leggerezza. La sua scelta è chiara: dedicarsi con rispetto ai suoi ottantotto tasti, bianchi e neri, senza discriminazione alcuna. Una tappa obbligata nel suo cammino verso la felicità. Un numero limitato, ridotto, finito, per disegnare l'infinito e osservarne le sue sfumature. Chi potrà mai giudicare se la sua decisione fu saggia o fu vigliacca? In fondo scappava da un mondo che, giorno dopo giorno, fa paura anche a noi che ne facciamo parte. Aveva scelto. Questa è l'unica cosa certa. Questo è ciò che davvero conta. E questo, faceva di lui un uomo libero, anche in uno spazio compreso tra una poppa ed una prua. " Il mondo, magari, non l'aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l'anima". Lui che "amava leggere le persone" aveva deciso, per la prima volta, di chiudere gli occhi per un istante e iniziare a conoscere se stesso.

 Fabio e Antonella Amazzini